Se l’edera è rimasta incontrollata per anni o hai ereditato un giardino trascurato, può capitare di trovarti davanti a una vera e propria distesa di edera. In questi casi, spesso il prato sottostante è completamente morto o molto diradato, quindi può valere la pena ricominciare da zero.
L’edera cresce a partire da una radice principale e si espande in tutte le direzioni. Individua la radice madre e delimita l’area infestata. Inizia sempre dai bordi esterni e lavora gradualmente verso il centro, tagliando i rami più spessi e le radici che la collegano al terreno. Anche se lavorare a mano è faticoso, rimane il metodo più efficace per liberarsene in modo rapido e duraturo.
Eliminare definitivamente l’edera
Un’alternativa consiste nel coprire l’edera con un telo nero. In questo modo la pianta non riceve più luce e muore lentamente. Questo metodo è ideale se non hai fretta di rimuoverla: autunno e inverno sono i periodi migliori per applicarlo. Stendi il telo, fissalo con pietre e lascialo in posizione per diversi mesi. In primavera potrai rimuovere il telo e strappare i tralci ormai secchi. Il vantaggio? Dopo tanto tempo al buio, anche le radici saranno quasi completamente morte, e l’edera difficilmente ricrescerà.
Smaltire correttamente l’edera
Non gettare mai l’edera rimossa sul compost: potrebbe continuare a crescere! Portala invece in un centro di raccolta del verde o lasciala asciugare al sole su una superficie dura come cemento o pietra, finché non sarà completamente secca. In alternativa, puoi chiuderla in sacchi di plastica per farla morire soffocata prima di smaltirla. Attendi almeno una settimana affinché tutte le radici siano morte. Se hai un biotrituratore, puoi anche sminuzzarla, ma solo dopo averla disattivata con uno dei metodi sopra.
Attenzione: non compostare mai l’edera che porta frutti! Le bacche mature tra gennaio e aprile favoriscono la diffusione dei semi. In questo caso smaltiscila solo tramite biomassa o rifiuti verdi. Se hai invece lasciato il telo durante l’inverno, la pianta sarà completamente morta e potrai compostarla senza rischi.
Ripristinare l’area e far ricrescere il prato
Dopo un’infestazione prolungata, il terreno può essere esausto e pieno di radici residue. In questo caso, può essere utile lavorarlo con una fresa da giardino. Questo permette di smuovere la terra e rimuovere le radici rimaste. Successivamente, aggiungi uno strato generoso di humus fresco per facilitare la crescita del nuovo prato.
Se l’area è molto ombreggiata, scegli un miscuglio di erba per zone d’ombra. Queste varietà sono più resistenti alla mancanza di luce, ma anche più delicate e bisognose di cure. Nei punti difficili, potresti dover riseminare più spesso. Ricorda anche che il muschio tende a svilupparsi più facilmente in ombra, quindi arieggiare regolarmente aiuterà a mantenere il prato sano e forte.
Alternativa al prato: piante tappezzanti
Spesso l’edera cresce sotto alberi o cespugli, dove il prato non riesce a svilupparsi. In questi casi, può essere più saggio creare un aiuola con piante tappezzanti. Scegli specie abituate all’ombra del bosco, come felci, graminacee ornamentali o perenni da ombra (geranio dei boschi, papavero di legno, fragola dorata, anemone dei boschi, vinca o pervinca). Oltre a coprire il terreno, fioriscono in primavera e rendono il giardino più vario e resistente alle infestazioni. Definisci bene i bordi dell’aiuola con una bordatura chiara per separarla dal prato e mantenerne l’ordine.
🌿 Conclusione FUXTEC: con un po’ di pazienza, costanza e i giusti strumenti, anche l’edera più ostinata può essere domata. Un giardino curato non si ottiene in un giorno, ma cresce con te – stagione dopo stagione!